GRUPPO TEATRALE TARANTÂS

Locandina

 

NATALE… LA NOTTE DEGLI INTRUSI

 

Sul Natale si possono dire tante cose, ovviamente. A noi sembrava interessante partire dai rifiuti ricevuti da quell’uomo e quella donna alla richiesta di una stanza in cui partorire il loro figlio. Probabilmente erano visti come degli intrusi, così come lo sarà per una parte della società di allora quel figlio che Maria si portava in grembo.

Joseph e Marì, i protagonisti della nostra storia, sono intrusi a loro volta nel piccolo paese dove abitano. L’uno è arrivato 20 o 30 anni prima dalla Germania, forse per sfuggire ad una delusione amorosa dietro la quale si nasconde un mistero mai svelato. L’altro con problemi d’identità vergognosamente celati che ne hanno condizionato la vita, è il tipo “strano”, anche se è solo timido e solitario. L’essere emarginati gli accomuna in un’amicizia che li lega fin dal primo momento. Insieme si sostengono e qualche volta bonariamente si burlano dei paesani. Per la notte di Natale, loro che non hanno nessuno e neppure i soldi per fare un pasto degno di questo nome, di fronte al benessere che tutti sembrano ostentare, architettano un piano bislacco per rapire dal presepio allestito nella piazza del paese, con figuranti di legno massiccio a dimensione naturale, il Bambinello perché oltre che essere la figura più importante è anche quella che pesa di meno. Il tutto mentre i paesani saranno occupati ad assistere alla tradizionale Messa di mezzanotte. Come riscatto chiederanno un grande panino imbottito.

Il loro piano viene però vanificato dall’arrivo del terzo intruso, un immigrato e la sua piccola figlia Ishà. Lui sta sfuggendo ad una retata della polizia e pur di dare un futuro alla sua bambina decide di abbandonarla su quella panchina di paese.

Colti di sorpresa Joseph e Marì decidono di soccorrere la piccola creatura, intravvedendo forse in lei il fulcro di una famiglia che non hanno mai avuto.

Abbandonano così ogni progetto e tornano a casa, lasciando sul posto in questo spazio anonimo quel presepio che via via hanno contribuito a costruire e nel quale si è insediato nella inconsapevolezza generale l’intruso più pericoloso…

Le figure dei due protagonisti principali rendono il racconto leggero e divertente.

 

 

 

IL RE SOLOSOLETTO

Nel testo l’autore Rafael Estrada, tratta il tema della solitudine con leggerezza e poesia. Il re abbandonato dai sudditi a causa della povertà che ha investito il suo regno, invece che disperarsi o fuggire, si rifugia in un mondo tutto suo, fatto di finzioni. Si immagina quello che non c’è più e tanto gli basta per continuare a vivere e a permettere, inconsapevolmente forse, che la natura intorno a lui si rigeneri. La fedeltà al ruolo cui era stato destinato trova alla fine giustificazione e la giusta gratificazione quando una pastorella in fuga dal reame vicino, reso ormai invivibile dal progresso, scopre i prati del regno del Re Solosoletto e si fa portavoce di altri pastori che lentamente lo ripopoleranno, trasformando le finzioni a cui Solosoletto si era abbandonato in realtà.

Il tutto viene messo in scena e raccontato da due attori che cercano di rendere il clima del racconto muovendosi sul registro dello scontro fra il comico e il serio sconfinando in qualche momento nel poetico.