Controvento storia di aria, nuvole e bolle di sapone
Oggi è grande festa in Teatro! E' 15 luglio del 1913 e sul palco c'è un bellissimo Biplano interamente costruito dal nostro Aviatore in persona che dopo un breve discorso partirà per la Grande Avventura!
Tra lo scetticismo di alcuni e l'entusiasmo di altri il nostro Eroe si alzerà presto in volo e ci porterà in mondi sconosciuti, meravigliosi e lontani, forse troppo lontani...
Raffiche di vento, morbide e schiumose nuvole, gigantesche bolle di sapone ci accompagneranno in un viaggio al di là dei confini terrestri, in compagnia del nostro Eroe Aviatore
Un moderno Icaro, spaventato e coraggioso, spericolato e pasticcione, ma determinato a realizzare i suoi propostiti a costo di dover sacrificare le cose a lui più care.
Dedicato a tutti i sognatori, più o meno eroici, che non hanno mai lasciato nulla di intentato.
“Controvento” è il nuovo spettacolo in “solo” di Michele Cafaggi, clown e attore che da molti anni lavora con la tecnica delle bolle di sapone. Ogni spettacolo nasce da una ricerca sulle tecniche, gli oggetti e le storie da raccontare.
Spettacoli senza parole dove magia, clownerie, bolle di sapone e arti circensi si fondono per dare vita a spettacoli di raffinato divertimento adatto ad un pubblico di ogni età.
Una storia di amicizia tra una piccola pianta dalle lunghe foglie e Alma, un personaggio a metà fra l’età adulta e quella infantile, ancora sognante. Un percorso (di crescita) scortato da un uccellino, Cicerino, che condurrà le due protagoniste verso la scoperta di tutte le ricchezze della natura, compreso l’animo umano.
Il progetto nasce dall'esigenza di rivelare il mondo misterioso della natura agli occhi di coloro che, a causa dello stile di vita troppo frenetico e "cittadino", dimenticano l'importante e fondamentale connessione con la terra. Per realizzare questo obbiettivo si è scelto di dare voce musicale ai 4 elementi della Natura forgiando veri e propri personaggi animati da suoni ricercati all'interno delle infinite possibilità d'espressione del corpo umano: l'esplorazione della voce e del corpo diviene dunque strumento musicale.
La storia
Alma e Gaia sono due amiche alla ricerca di un luogo adatto in cui vivere; durante il loro viaggio apprendono i misteri e le voci della natura, ma soprattutto comprendono che Gaia, essendo una pianta, non può proseguire in quanto ha bisogno di radicarsi nella terra. Alma dovrà prendere una scelta impegnativa: separarsi dalla sua amica o restare per sempre in quel luogo? Sceglierà di rimettersi in cammino e proseguire in solitudine il suo viaggio, alla ricerca della propria madre. Lo spettacolo è suddiviso in 4 quadri. Il primo quadro affronta il tema dell’aria: le due protagoniste verranno sorprese dall’arrivo del vento, ma Alma riesce a domarlo imprigionandolo nella sua coperta. Poi è il turno della nebbia che avvolgerà le due amiche privandole del senso della vista. Nel secondo quadro Gaia ha bisogno di acqua, ma per fortuna la pioggia non tarda ad arrivare. Dopo l’acquazzone, Alma giocherà a calpestare le pozzanghere scoprendo il suono che ne consegue. Nel terzo quadro scende la notte: misteriose palline infuocate si avvicinano alle due protagoniste; sono scintille, e Alma non rinuncia a giocare anche con esse. Ma le scintille si trasformano in fuoco il quale trasforma in cenere l’amata pianta. Nell’ultimo quadro, quello dedicato alla terra, una talpa suggerisce ad Alma la soluzione, ovvero piantare un seme di Gaia, quel seme germoglierà e Gaia potrà tornare a vivere. Questo, però, per Alma, significa proseguire il suo viaggio in solitudine.
Il messaggio
Il significato dello spettacolo è la crescita che deve affrontare ogni individuo al fine di trovare la propria identità. Il ciclo degli elementi, come quello delle stagioni, è anche ciclo della vita inteso come morte e rinascita. Alma imparerà ad accettare la separazione e lascerà per sempre quella “dimensione” per trovare una nuova identità di essere umano.
Linguaggio
Teatro d’atmosfera, con elementi di nouveau cirque.
Non è forse vero che prevale la tristezza, la preoccupazione, l’accoramento? E allora quel che ci vuole è un cordiale. Abbiamo pensato così, quando ci siamo decisi a riportare allo scoperto una delle linee di ricerca che ha caratterizzato, fin dall’inizio, il nostro teatro, la strada del clown. Ci siamo detti: “non è forse vero che proprio lui, il clown, è oggi il vero simbolo del teatro, più ancora di Amleto o Arlecchino? E che il teatro tutt’intero, in questi giorni di crisi e di tagli, rischia di far fiasco, di fare un salto mortale?”. E allora tiriamoci su con un cordiale. Proviamo a ridere.
Bianco e Augusto se ne stanno lì, hanno bisogno di così poco: abiti semplici, qualche oggetto, esigenze tecniche ridotte quasi a niente. Lo spettacolo è tutto qui: un dialogo fatto di salti mortali, di finti schiaffi e pugni. Fatto di lombardo, di francese maccheronico, di un italiano aulico che si scontra con i costumi da clown e gli schiaffi da circo. Fatto di ritmo e di prodezze. Fatto di salti mortali. Fatto di poesia materiale. Perché Bianco e Augusto sono clown, e se questo può sembrare poca cosa, o un tema troppo semplice per uno spettacolo, è solo perché non sempre si riconosce la complessità del comico. Che è la base stessa del teatro.
I due si insultano, si minacciano. Parlano solo tra loro, e solo dei fatti loro: ma, come accade coi clown, il pubblico è come se stesse in scena con loro. E loro – che sembrano immersi solo in un legame reciproco fatto di ostilità esibita, e di un ben protettoaffetto – in un attimo possono smettere il loro fitto colloquio per occhieggiare una spettatrice, per rivolgersi a uno spettatore. Sbagliano anche le azioni più semplici, come si conviene a due clown. E poi rimediano con un’azione acrobatica.
Jacques Lecoq – che è uno che di clown ne sapeva certo più di noi – ha detto che il clown è colui che fa fiasco e così porta lo spettatore al proprio fianco, anzi lo mette in condizioni di superiorità. Ma non basta sbagliare una cosa qualsiasi. Anche lo sbaglio dev’essere difficile: una prodezza.
Il lavoro del clown è tutto qui: mostrare il fiasco. E non averne paura. Per questo non dipendono dagli spazi che li ospitano: teatri, strade, piazze, carceri, scuole o giardini. Per loro fa lo stesso.
con:
Alessandro Rigoletti, Ruben Manenti regia: TTB Teatro tascabile di Bergamo collaborazione drammaturgica: Alberto Gorla con in contributo di: Regione Lombardia-Progetto Next Laboratorio delle Idee
GENERE TEATRO-CIRCO
Durata 50 min / consigliato per tutte le età
C’è stato un tempo in cui super Cosimo fu l’uomo più forte del mondo. Anni di voli stellari e imprese mozzafiato, salvataggi eroici e corse all’impazzata. Anni in cui tutto gli era possibile, pareva proprio che fosse invincibile.
Poi un bel giorno senza alcun preavviso perse tutti i suoi poteri. Addio salti prorompenti e sorrisi ammalianti, braccia allungabili e occhi penetranti.
Nulla più riusciva a fare e si rinchiuse in casa ad aspettare...
Uno spettacolo tragicomico raccontato attraverso il teatro, il mimo, l’acrobatica, il rumorismo, il tip tap, la musica e il fumetto. Un incrocio di discipline artistiche non solo come elemento accessorio ma come caratteristica identificativa del progetto.
I linguaggi metaforici saranno al servizio di una narrazione lineare in cui le risate si mischieranno ai virtuosismi e alla poesia.
Super Cosimo come simbolo dell'uomo moderno: della sua insicurezza e del suo isolamento. Una riflessione su cosa ci rende potenti, sull'amicizia e sul coraggio di uscire per andare incontro a un mondo meraviglioso che è lì ad aspettarci.
Tutto ciò attraverso dei personaggi grotteschi e surreali in cui potranno identificarsi spettatori di tutte le età.
Inizia una nuova stagione teatrale dedicata ai bambini e alle famiglie, organizzata dal Comune di Ospedaletto in collaborazione con il Gruppo Teatrale Tarantâs.
Il teatro è un luogo magico per i bambini, pieno di fascino, un po' misterioso, un luogo in cui si può assistere a spettacoli incredibili e vedere attori in carne e ossa che interpretano storie straordinarie capaci di far sognare, ridere, emozionare.
Non private i vostri bimbi del piacere di assistere fin da piccoli ad uno spettacolo teatrale. Sarà un’esperienza che lascerà un segno importante dentro di loro, un ricordo bellissimo e uno stimolo per il futuro.
Il teatro, come la lettura, è divertente, appassionante e coinvolgente.
Perché la cultura non è noiosa, tutt’altro…
L’Amministrazione comunale di Ospedaletto
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